Introduzione In un mondo sempre più orientato verso la sostenibilità, le aziende di logistica sono...
Sostenibilità e Competitività: un falso dilemma già superato (anche dai numeri)
Introduzione: il falso mito da sfatare
Nel dibattito su economia e sviluppo sostenibile si sente spesso ripetere un concetto fuorviante: quello secondo cui le imprese (e i sistemi-Paese) si troverebbero costrette a scegliere tra essere competitive o essere sostenibili. Il nuovo "Rapporto di Primavera 2025" dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) smentisce in modo netto questa idea, dimostrando che non solo sostenibilità e competitività possono convivere, ma che, anzi, la prima è una leva potente della seconda.
Quando la sostenibilità traina la produttività
L'Istat documenta una correlazione diretta tra sostenibilità e produttività: le imprese manifatturiere italiane che investono in sostenibilità ambientale registrano un "premio di produttività" compreso tra il 5% e l'8%. L'effetto è ancora più evidente nelle imprese di medie e grandi dimensioni, che tendono ad avere una strategia più strutturata.
Un ulteriore elemento di forza è rappresentato dalla cosiddetta doppia transizione - digitale e verde - che, secondo un'analisi di The European House - Ambrosetti, aumenta la resilienza delle imprese. Il 52% delle medie imprese italiane che hanno investito in entrambe si aspettano di superare i livelli produttivi pre-Covid. Solo un terzo di quelle che hanno investito esclusivamente in una delle due transizioni mostra la stessa resilienza, e la percentuale scende ulteriormente al 21% tra chi non ha investito affatto. La formazione manageriale gioca un ruolo cruciale nel colmare il gap tra imprese familiari e non.
Casi di successo economico: i dati parlano chiaro
Un'indagine del Centro Studi Tagliacarne–Unioncamere evidenzia che le imprese "ecoinvestitrici" sono più dinamiche sui mercati esteri e mostrano previsioni di crescita più ottimistiche rispetto a quelle che non hanno investito. Il 24% di esse prevede un aumento delle esportazioni nel 2024 (contro il 20% delle non investitrici), il 32% prevede una crescita del fatturato (vs 25%) e il 23% si aspetta un aumento dell’occupazione (vs 15%).
Un’ulteriore conferma arriva da SACE-TEHA: il coinvolgimento nella transizione ecologica nel triennio 2020-2022 ha portato a un aumento della quota di imprese esportatrici dal 22% al 29%, con un picco del 42% per le aziende che hanno affiancato anche investimenti digitali.
Secondo l’analisi "Radici nel Futuro" di TEHA, pubblicata in occasione del Family Business Sustainability Summit (gennaio 2025), il 92% delle aziende familiari e l’89% delle non familiari riconoscono benefici tangibili dall’integrazione della sostenibilità nel proprio modello di business. Tra questi:
- miglioramento della reputazione,
- fiducia nel brand,
- motivazione del capitale umano,
- riduzione dei costi,
- maggiore attrattività per investitori,
- aumento del fatturato.
La sostenibilità è inoltre uno degli obiettivi strategici per i prossimi tre anni, posizionandosi al secondo posto tra le priorità aziendali sia per le imprese familiari (40%) che per le non familiari (53%).
Gli scenari al 2035 e 2050: il caso Net Zero Transformation
Il Rapporto entra nel dettaglio degli scenari futuri, grazie alla collaborazione con Oxford Economics. Tra i quattro scenari analizzati, quello definito "Net Zero Transformation" è il più vantaggioso per l'Italia: prevede un'accelerazione degli investimenti green e una trasformazione sistemica che integra innovazione, efficienza energetica e giustizia sociale.
Già entro il 2030, il PIL italiano risulterebbe superiore a quello stimato nello scenario di base. Nel 2035 il PIL sarebbe superiore dell’1,1%, con un tasso di disoccupazione più basso di 0,7 punti percentuali. Nel 2050, il PIL crescerebbe dell’8,4%, con un miglioramento del rapporto debito/PIL grazie a maggiori entrate fiscali e minori spese sociali. I benefici sarebbero estesi alla maggior parte dei settori economici, in particolare manifattura, costruzioni, agricoltura, utilities e servizi. L’unico comparto penalizzato? L’estrazione di combustibili fossili.
Conclusioni: un'agenda strategica per i leader
Il "falso dilemma" tra sostenibilità e competitività va superato, non solo a livello culturale, ma come base per le strategie aziendali e di sistema. I dati raccolti da ASviS e Oxford Economics non lasciano spazio a dubbi:
- investire in sostenibilità conviene;
- scegliere la doppia transizione è un atto di leadership, non un vincolo;
- pianificare oggi un futuro sostenibile è il miglior investimento per la resilienza e la competitività di domani.
Per i Leader delle aziende, questo Rapporto è una bussola per ridefinire le proprie priorità: la sostenibilità non è più una scelta opzionale, ma una condizione necessaria per creare il proprio futuro.
Scopri il rapporto completo sul sito Asvis: link